Cinema

Jupiter - Il Destino dell' Universo

Jupiter - Il Destino dell' Universo

Arriva in sala il nuovo film dei fratelli Wachowski, l' ispirazione e l' originalità di "Matrix" sono però un ricordo lontano.

Al di là del nostro Sole e della Terra, una delle più potenti famiglie dell'universo ha governato per millenni. Ora, in seguito alla morte del suo matriarca, i tre eredi sono in guerra per la guida della dinastia
Ma è emersa un’ altra erede: una giovane donna, Jupiter Jones, nata sulla Terra, ha inconsapevolmente un patrimonio genetico che le dà diritto ad un futuro che va oltre la sua immaginazione, e con esso il potere di modificare il destino del suo pianeta.
Inseguita e circondata da nemici, Jupiter è costretta a lasciarsi alle spalle la sua ordinaria  esistenza fatta di pulizie dei bagni e, con l'aiuto del suo unico alleato, ibrido uomo-cane ex militare e cacciatore di taglie, si confronta con il suo vero destino.

Molto atteso da chi continua ostinatamente a vedere nei fratelli Wachowski i precursori visionari conosciuti con Matrix - nonostante ormai da anni sia evidente il contrario -  Jupiter, nella realtà dei fatti (a meno di voler indossare a tutti i costi paraocchi cavallini), si è rivelato essere l’ ennesima doccia fredda dopo l’ imbarazzante Speed Racer e l’ indigesto Cloud Atlas.
Sorbita l’ ennesima overdose visiva dei Wachowski Bros, risulta infatti veramente difficile pensare che si tratti degli stessi registi che negli anni ’90, appunto con Matrix, rivoluzionarono ed influenzarono molto del cinema di fantascienza di là da venire. E’ parzialmente vero che in Jupiter sprazzi di gloria passata ancora se ne vedono - esclusivamente nelle scene di azione dove, comunque, le autocitazioni/riciclaggi si sprecano ed a lungo andare finiscono per infastidire - ma la componente visuale fantastica risulta così satura ed onnipresente da portare alla noia, mentre la sceneggiatura finisce per essere un quasi inutile complemento ad una trama che si segue più come atto di fede (comunque mal riposta) che non certo grazie alla sua comprensibilità.

Così una storyline che avrebbe potuto creare un nuovo universo narrativo ricco di spunti riflessivi e visuali più originali, annega nel già visto e nell’ andirivieni ai limite del non-sense di personaggi che, benchè fondamentali, spariscono letteralmente dal film senza motivazione alcuna, il tutto fra creature simil-Star Trek buttate sullo schermo un tot al chilo (tutte rigorosamente anglofone anche se provenienti dagli angoli più remoti della galassia. Paradossalmente gli unici “degni” di lingua originale e sottotitoli risultano essere i famigliari russi della protagonista) e attori ben più bravi altrove, su tutti Channing Tatum, inguardabile uomo-cane, Sean Bean - che per una volta nella sua carriera cinematografica non muore – ed Eddie Redmayne, già splendido Stephen Hawking ne La Teoria Del Tutto e qui aspirante dominatore delle galassie dagli umori oscillanti, sospesi fra il sibilo di Sir Biss del Robin Hood disneyano e insopportabili urla isteriche degne di Michel Serrault ne Il Vizietto.

Molto della fantascienza di serie A e B dagli anni ’80 in poi viene rimasticata – più o meno colpevolmente - dai temibili fratelli: dall’ atmosfera kitch del Flash Gordon di Mike Hodges (ma almeno li c’era una discinta Ornella Muti e una Melato in latex nero!) ai robot sospettosamente simili a quelli di A.I., dalla distopia burocratica che vorrebbe essere weberiana e rifarsi a Brazil di Terry Gilliam ma che finisce più per ricordare Le Dodici Fatiche di Asterix, ai soliti imbarazzanti momenti sentimentali, qui fra la giovane imperatrice-suo-malgrado e l’uomo-cane, che in nulla si differenziano da quelli stravisti nei vari polpettoni giovanil-fanta-horror tanto di moda in questi ultimi anni. Se a questo baraccone aggiungiamo la personale, insopportabile, visione new age dei Wachowski  e un autocompiacimento che rivaleggia con il narcisismo nolaniano di Interstellar, uniti ad una ironia smaccatamente falsa che sottolinea ancor di più quanto questa sia realmente assente, il quadro complessivo che esce dalla visione di Jupiter è a dir poco desolante.